Ricostruzione LCA
17534
page-template-default,page,page-id-17534,page-child,parent-pageid-17163,bridge-core-3.0.1,qode-quick-links-1.0,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-28.7,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

LA RICOSTRUZIONE DEL LCA PER VIA ARTROSCOPICA

ricostruzione LCA

Il legamento crociato anteriore è un legamento situato all’interno del ginocchio e di fondamentale importanza per la stabilità di questa articolazione.
Un evento traumatico distorsivo ,in seguito ad un infortunio sportivo o più raramente per un incidente sul lavoro o domestico, può causarne la rottura. Poiché il LCA è una struttura dotata di una scarsa vascolarizzazione, nel caso di lesione va’ incontro ad alterazioni degenerative che ne comportano la mancata funzionalità.
Ciò comporta ,nella stragrande maggioranza dei casi, una invalidante instabilità
dell’articolazione con ripetuti cedimenti ed impossibilità non solo di praticare alcun tipo di attività sportiva ma, spesso, anche solo di correre o camminare veloce nel corso della vita di tutti i giorni.
Inoltre i movimenti di
“traslazione” in avanti della tibia rispetto al femore che si verificano in un paziente con lesione del LCA (spesso movimenti non percepiti dal paziente stesso) predispongono i menischi a lesioni in quanto queste strutture fibrocartilaginee sono proprio poste tra la tibia ed il femore e tali impercettibili movimenti ne provocano a lungo andare l’usura e la rottura.
In questa ottica l’intervento di ricostruzione artroscopica del LCA, nei casi in cui sia indicato per la sintomatologia di instabilità e/o per le richieste funzionali del paziente, rappresenta anche un intervento di  prevenzione di lesioni meniscali future oltre che di ripristino della normale biomeccanica del ginocchio.

 

LA TECNICA CHIRURGICA

procedura artroscopica

L’intervento viene eseguito in artroscopia utilizzando una parte del tendine della rotula o i tendini semitendinoso e gracile che vengono prelevati con piccole incisioni.
Il tendine rotuleo o i tendini semitendinoso e gracile vengono poi fatti passare all’interno dell’articolazione tramite due tunnel,uno tibiale l’altro femorale, e fissato con due viti bioassorbibili (non sarà necessario alcun intervento successivo di rimozione in quanto le viti si riassorbiranno nel tempo).
Il tendine assumerà nel tempo le caratteristiche funzionali del legamento.

 

PERCHE’ IN ARTROSCOPIA?

 

La tecnica artroscopica consente di ridurre il dolore post-operatorio, di abolire i fenomeni infiammatori derivanti dall’apertura della capsula articolare, di eseguire incisioni cutanee molto piccole con minore danno estetico.
Inoltre con la tecnica artroscopica il chirurgo potrà avere una completa visione all’interno del ginocchio e quindi una maggiore precisione nelle diverse fasi operatorie.

 

IL POST-OPERATORIO

sala post operatoria

Dopo l’intervento l’arto inferiore operato sarà bendato e protetto con un tutore articolato tipo ginocchiera con il quale il paziente dovrà camminare con la gamba estesa per i primi 2/3 giorni.
Il tutore potrà però essere rimosso per consentire l’igiene
quotidiana e per mobilizzare passivamente il ginocchio.
Fin dal 2° giorno post-operatorio infatti al paziente verrà
fornito un particolare telaio mobile ( detto “Kinetek”) che consente di eseguire esercizi di flesso-estensione del ginocchio passivamente, evitando così l’instaurarsi di aderenze intrarticolari, che potrebbero limitare successivamente il movimento articolare con evidente discapito per il recupero funzionale.
Al temine
dell’intervento verranno posizionati dei drenaggi per l’aspirazione e l’evacuazione della raccolta ematica che si forma dopo l’intervento.
I drenaggi verranno poi rimossi dopo 2 giorni. Sarà inoltre necessaria una terapia
medica antibiotica ed antinfiammatoria da proseguire a domicilio.
Il paziente potrà dopo 2/3 giorni iniziare a
deambulare con l’ausilio di 2 bastoni canadesi appoggiando il piede dell’arto operato a terra con carico parziale ed indossando il tutore “bloccato” a 0° di estensione.
Durante le prime due settimane l’unico esercizio
consentito di ginnastica attiva è quello di sollevare l’arto, con o senza la ginocchiera, con il ginocchio flesso a 45°.

 

IL RITORNO A CASA e LA FKT POST-OP.

esercizi da fare a casa

Se il decorso post-operatorio risulta regolare dopo 2/3 giorni il paziente può essere dimesso.
Dovrà, come già 
detto, mantenere l’arto operato tutelato con il tutore articolato e camminare con l’ausilio di due bastoni canadesi per i primi 10/12 giorni poggiando progressivamente e con carico parziale l’arto operato.
Intorno al 14° giorno post-operatorio verranno rimossi i punti di sutura cutanei ed inizierà la fase più importante del recupero funzionale del ginocchio.
Tale fase dovrà mirare al recupero della completa articolarità attiva e
passiva e dovrà promuovere un iniziale recupero della forza muscolare. Bisognerà ricordare poi che in questa fase non dovranno MAI essere usati pesi alla caviglia e che gli unici pesi consentiti saranno posti sopra al ginocchio.
Gli esercizi di flessione attiva dovranno essere effettuati in un “range” di articolarità compreso tra i
30° e i 90° di flessione ( fino al 2°mese post-op.). Intorno al 30° giorno post-op. verrà poi rimosso il tutore ma comunque mai prima che il paziente abbia raggiunto una buona validità muscolare.
Dopo la rimozione del tutore
sarà anche consentita la guida dell’automobile ed iniziato il nuoto ( ad esclusione dello stile “rana”).
Successivamente (dal 2° al 4° mese post-op.) si cercherà di potenziare progressivamente la
muscolatura con l’ausilio della bicicletta che consente anche un ripristino delle funzioni cardio-respiratorie.
Devono però essere evitate le brusche accelerazioni o strade in ripida salita.
In questa fase (intorno al
65°giorno post-op.) il paziente è autorizzato alla ripresa della corsa che deve essere eseguita solo in piano e su terreno soffice. Al termine della corsa è opportuno applicare una borsa del ghiaccio per almeno 15 minuti nella zona rotulea.
Non è rara infatti la comparsa, in questa fase, di una tendinite rotulea (nei casi in cui venga utilizzato il tendine rotuleo come trapianto) dovuta al fatto che il tendine
rimasto non è ancora in grado di sopportare le sollecitazioni di tale fase.
In tale evenienza l’intensità e la durata
della corsa devono essere ridotte.
Dopo il 4° mese post-op. si deve intensificare il recupero della forza
muscolare con l’ausilio di apparecchi e può essere autorizzata la ginnastica isocinetica sotto la guida di un fisioterapista.

 

LA RIPRESA DELL’ATTIVITA’ AGONISTICA

 

L’abilità chirurgica dell’artroscopista e il vostro impegno costante e disciplinato (INDISPENSABILE !!!) nella ripresa funzionale potranno permettervi di tornare alle gare intorno al 6° mese post-operatorio.
Si deve
comunque tenere presente che il trapianto tendineo impiega almeno un anno per assumere tutte le caratteristiche funzionali di un legamento e che quindi un recupero eccessivamente accelerato può comportare più danni che giovamenti.